Ferrovie di Seui

Ferrovie di Seui
Seui: stazione Arst (foto di Giuseppe Deplano - giornalista © 2008 - riproduzione riservata)

Itinerario

La ferrovia a Seui,
una passeggiata tra ambiente e cultura

Seui con i suoi suggestivi paesaggi rappresenta il pezzo pregiato dell'intera rete delle Ferrovie della Sardegna, la cui tratta era stata inaugurata nel lontano 24 aprile 1894.
Partiti dalla stazione di Sadali - Seulo, dopo aver attraversato il vasto pianoro calcareo di Sadali, la nostra linea inizia a salire attraverso alte trincee e vedute panoramiche.
Completamente immersi nel verde, tra boschetti di roverelle ed estesi vigneti arriviamo alla galleria di "Gennemandra" (lunga 117 metri), localizzata ad un'altitudine di 862 metri sul livello del mare.
Sbucati all'aperto, ci affacciamo su un panorama immenso che spazia dai monti del massiccio del Gennargentu alla singolare rocca di Arquerì, sino al Monte Santa Vittoria di Esterzili.
Al centro di questa pittoresca visione appare l'abitato di Seui.
Il nostro viaggio continua, e si snoda sempre immerso nel verde di rigogliosi castagneti, vigneti e alberi di noci e nocciole.
Dopo aver superato il passaggio a livello di “Orgiolas noas”, a bordo del nostro trenino entriamo nella caratteristica galleria a curva di "Nurzula” (lunga 288 metri), che termina al limitare di un alto viadotto con quattro campate.
Ancora un altro chilometro e superiamo un altro imponente viadotto, alto 16 metri con tre arcate di 10 metri ciascuna. Siamo così giunti in località “San Sebastiano”. Qui, accanto alla strada ferrata si intravede ciò che resta delle strutture di servizio e cumuli di residui di carbone di una miniera di antracite, chiusa oramai da quasi cinquant’anni. L’area, fittamente immersa nel verde, è dominata dalla maestosa costruzione in stile liberty dell’edificio della “Laveria”.
Dopo qualche minuto, superato il casello di “Funtalanus”, entriamo nell’abitato di Seui.
Scendiamo nell’importante ed estesa stazione, punto di raccordo delle tratte Mandas - Seui e Seui - Arbatax. Recentemente, al fine di apportare maggiori benefici ai turisti e viaggiatori, a questa struttura è stato rifatto il look, rendendola più consona alla importante funzione di promozione turistica che riveste e al posto del magazzino merci è stata edificato un info point turistico.
Visitando il centro abitato, oltre ad una degustazione di prodotti gastronomici locali, è obbligatoria una passeggiata nel “Centro storico”, tra i più suggestivi della nostra isola. Ma il pezzo grosso del nostro tour a Seui è rappresentato dalla visita alle cinque strutture museali. Prima tappa è la “Palazzina liberty”, con le sue sale ricche di reperti e testimonianze storico archeologiche, della miniera e della locale civiltà contadina, pastorale e artigianale. Molto suggestiva si presenta la “Casa Farci”, che appartenne all’indimenticato Filiberto Farci: scrittore, poeta e uomo politico seuese, amico di Emilio Lussu e tra i fondatori del Partito Sardo d’Azione. La terza tappa museale è rappresentata dal “Carcere baronale spagnolo”, utilizzato sino al 1975, a cui segue la “Pinacoteca Civica”, localizzata nel maestoso Palazzo Civico. L’ultima struttura museale da scoprire nella nostra passeggiata nel centro storico seuese è l’Antiquarium Ecclesiastico, annesso alla Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena.
Lasciato l’abitato di Seui, continuiamo la nostra gita ferroviaria. Dopo circa tre chilometri di strada ferrata immersa tra castagneti, oliveti e vigneti il treno rallenta per attraversare il grande viadotto di San Sebastiano II. Questo viadotto, più noto come "Ponte Urbano", attraversa il vallone sottostante con una imponente struttura alta 32 metri, con cinque luci ed una travata centrale in acciaio lunga 30 metri.
Da questo punto il nostro trenino inizia a salire e girare vorticosamente sul fianco della montagna sino ad attraversare una piccola galleria. Quindi, arriviamo al viadotto di San Cristoforo che, anche se di minori dimensioni rispetto al precedente, si presenta altrettanto imponente.
Dopo aver percorso un'altro chilometro di strada entriamo nel traforo di "Arqueri" (noto come: “Sa galleria manna”), il più importante della linea con i suoi 509 metri di sviluppo, di cui 400 di rettilineo centrale, il resto in curva.
Tornati all'aperto, improvvisamente ci troviamo immersi in un suggestivo panorama tipicamente alpino, caratterizzato da una molteplicità di vallate ricoperte di boschi lussureggianti. Ci troviamo nel cuore del complesso demaniale di Montarbu, autentico fiore all'occhiello dell'Ente Foreste della Regione Sardegna.
Superata la vallata di "Funtana Dorada", con una piccola galleria lunga un centinaio di metri, dopo qualche minuto arriviamo alla stazione di "Anulù", il punto più alto della linea. Siamo infatti a 870 metri sul livello del mare. Quì facciamo una piccola sosta, e percorrendo una carrareccia tra i pini ci rechiamo a visitare i resti di un nuraghe polilobato e di un grosso villaggio con i ruderi di diverse capanne e una tomba di giganti.
Ripreso il nostro viaggio, facciamo un’altra breve tappa qualche chilometro oltre, in località “Santu Perdu”.
Ripartiamo, per giungere alla stazione di Ussassai, dove il nostro itinerario si conclude, non senza aver prima visitato il “Villaggio dell’Ente Foreste” della casermetta “Mario Falchi” di Montarbu, nei cui pressi è possibile scorgere mufloni, cinghiali e daini. In questo complesso si trova la più recente tra le strutture museali di Seui, il Centro visite”, che oltre all’info point turistico ospita anche due sale espositive dedicate a rocce, fossili e al ricco patrimonio floro-faunistico locale.  (Giuseppe Deplano, copyright © 2010 – riproduzione riservata)