Ferrovie di Seui

Ferrovie di Seui
Seui: stazione Arst (foto di Giuseppe Deplano - giornalista © 2008 - riproduzione riservata)

Storia

La ferrovia a Seui,
le lotte e le speranze per la sua costruzione

Questo articolo di Giuseppe Deplano è stato pubblicato nel numero di ottobre 1995 del mensile “Sardegna Magazine New”.

Sono già passati tanti anni per Seui da quel lontano 1894, quando la prima nuvola di vapore si sprigionò al passaggio nell’abitato della vaporiera delle Ferrovie Secondarie.
Poco nota ma meritevole di un’attenta riflessione è però è la storia, con tutte le sue vicissitudini, che sta dietro la costruzione in modo particolare della tratta che attraversa il nostro paese. Oggi tutto questo assume un significativo valore alla luce in modo particolare dei continui tentativi registrati negli ultimi vent’anni che prevedevano la soppressione dell’intera tratta ferroviaria, che va da Mandas ad Arbatax (Seui compreso).
Era il settembre del 1884 quando nelle campagne seuesi vennero eseguiti i primi studi di fattibilità relativi alla costruzione di una linea ferrata secondaria che dalla Trexenta portasse alla costa ogliastrina. A ricevere questo incarico, su mandato del commendatore Beniamino Piercy, fu il costruttore ferroviario Tommaso Baudracco.
Grazie alla legge 3011 del 22 marzo 1885 nella nostra isola venne finanziata la costruzione di dieci nuove linee ferroviarie secondarie a scartamento ridotto, al fine di completare così il locale sistema di comunicazioni su rotaie. Tre diverse società si accinsero alla presentazione di rispettivi progetti: la “Società delle Ferrovie Reali” di Beniamino Piercy (progetto Baudracco), la “Ditta Cotrau-Vivanet” ed un’altra società di nazionalità belga.
Tra i tre progetti per la linea ogliastrina fu approvato quello presentato dalla Ditta Cotrau-Vivanet, che vedeva la firma dell’ingegnere Emilio Olivieri.
Ben presto però a Seui ci si rese conto di una terribile verità, che lasciò di stucco tutti i suoi abitanti: il progetto approvato prevedeva di toccare i comuni di Nurri, Ierzu, Ulassai, Osini e Lanusei, escludendo nel contempo dal tracciato il nostro centro barbaricino.
Immediatamente venne costituito un combattivo comitato locale, guidato dal cavaliere Giuseppe Caredda, il farmacista Francesco Caredda e dall’allora segretario comunale Giovanni Bissiri. Ben presto venne messo a punto un accurato piano d’azione che, oltre ad una forte mobilitazione popolare, vedeva anche una pressante attività parlamentare svolta dai deputati sardi Salaris, Palomba e Cocco-Ortu. Questi trattarono il problema conferendo direttamente con l’allora ministro dei Lavori pubblici Francesco Genala che, appena recepita l’istanza, ordinò immediatamente la preparazione di un nuovo progetto che, pur adottando quello redatto dall’Olivieri, prevedesse una soluzione anche per il problema “Seui”.
In questo frangente bisogna sottolineare che, oltre ai suddetti parlamentari sardi, la comunità seuese deve un sincero ringraziamento per il valido appoggio ricevuto nella sua battaglia anche al senatore e barone Andrea Podestà, mentre un encomio va anche alla stampa isolana per la sua pressante attività, nella quale si distinse l’opera svolta da Giovanni De Francesco, già direttore de’ “Avvenire di Sardegna”.  (Giuseppe Deplano, copyright © 2010 – riproduzione riservata)